Il post-it è un'utilissima invenzione. Di quei fogliettini gommati io ne ho tre attaccati sulla carrozzeria del computer su cui scrivo, e contengono un concetto complessivo che mi pare indispensabile tener costantemente sott'occhio. Sono tre paragrafetti di un libro di Raffaele Simone che si chiama «La terza fase» e che andrebbero tenuti sempre in mente, nel volgere attuale del nostro tempo, sotto il profilo apprenditivo, enunciatorio e comunicativo. Simone, che insegna Linguistica Generale all'Università La Sapienza, di Roma, è uno studioso molto preoccupato dei meccanismi in recente sviluppo che si costatano per ora mangiucchianti il nostro modo di pensare. Ogni mutazione profonda negli strumenti del comunicare produce fatalmente ottiche mentali nuove e anzi rivoluzionarie. Le prime due fasi sono state quella, vecchia di sei millenni, di quando l'uomo si impossessò dei primi alfabeti, meravigliosamente traducenti la fonetica in grafìa, mentre la seconda, che non raggiunge ancora i sei secoli, è costituita dall'invenzione dei caratteri mobili per la stampa; la quale consentì di passare da un monoesemplare di testo impresso alla sua moltiplicazione in un numero di copie distribuibili praticamente illimitatato. La terza, che ha solo circa tre decenni, sta seduta nel computer ed è capace di annullare lo spazio/tempo perché il suo prodotto di scritti e immagini può essere istantanemente ricevuto dovunque e, sempre istantaneamente, riceverne da dovunque risposta.
Anche stavolta dunque un nuovo modo di comunicare è causa inevitabile di un nuovo modo di pensare ma, a differenza delle due occasioni precedenti, all'elemento innovativo se ne aggiunge uno alterativo. La raggiunta estrema accessibilità, e facilità procedurale, dello scambio comunicativo, ormai più che solo bidirezionale divenuto ormai reticolare, produce insomma e diffonde anche un «pensiero facile». E quindi superficiale. E quindi pericoloso. Per dirla in simboli, Internet è tutt'insieme Prometeo, Icaro e Moloch. E non occorre spiegarlo anche in soldoni - no? - un mix come questo che ho pensato di prelevare dalla mitologia per proporvelo con efficace evidenza.
La rubrica di questa settimana ha dunque al suo centro, papali papali come il prof. Simone le ha configurate, le tre diagnosi che nei miei tre post-it sono contenute. E basta tener le nostre antenne a sondare un poco in giro per avvertire, con un brivido, la loro fondatezza. Le tre nostre categorie mentali che sono già in stato di avanzata mutazione eccole: la mente degli umani sta passando, nell'èra dell'elettronica di massa, dallo strumento sequenziale a quello simultaneo, dallo strumento analitico a quello globale, da quello referenziale a quello emotivo. Cosa esprime questa nomenclatura? Trascrivo i post-it.
Da sequenziale a simultaneo - Significa passare dall'uso di processi logici, storicizzati e programmati all'adozione di di reazioni ispirate a pragmatismo, suggestione e contingenza.
Da analitico a globale - Significa passare da quel metodo strutturato a riconoscere le parti di un tutto a un percorso miscellaneo e produttore di conclusioni raggiunte in fortuità.
Da referenziale a emotivo - Significa passare dall'abitudine di tener conto dei precedenti, dei contesti e delle fonti a quella di avere come risolvente l'immediatezza, dando alla percezione il ruolo che prima aveva il ragionamento.
Non credo proprio ci sia bisogno di aggiungere qualcosa a questa sintesi. Il deficit culturale e l'avventatezza operativa che ne escono evidenziate corrisponde esattamente agli sbandamenti gravissimi cui va soggetta la società che ci contiene. In politica, in economia, sul lavoro, nel nostro tempo libero. A livello di governi e istituzioni e a livello di the people; tv ed edicola aiutando. E siccome i cervelli che riescono a rifiutarsi di operare i tre passaggi detti son con tutta evidenza una minoranza, teniamoci forte. Anche questo denota infatti l'Evo Postmoderno. Consiglio anche a voi di attaccarvi questi tre post-it al computer.